| Considerazioni pratiche
Si ma, dopo tutto questo clamore intorno all'argomento, come suonano relamente questi apparecchi?
Sulla rete si legge di tutto, come sempre si creano partiti e fazioni, chi incensa e chi denigra, è pertanto necessario fare un pò d'ordine e cercare di dare una corretta collocazione di merito al suono di questi apparecchi che tanto polverone hanno sollevato.
Premetto di essermi avvicinato ai Grundig in occasione del meeting romano del 2008 tenutosi in quel di Cinecittà, e successivamente, spinto dalle ottime impressioni ricavate quel giorno, di aver acquistato e/o ricevuto in prova quasi tutti i modelli di elettroniche e diffusori ritenuti più ben suonanti. Ho inoltre cercato, laddove possibile, di confrontare queste macchine con qualsiasi cosa mi sia capitata a tiro, ad iniziare naturalmente dal mio impianto preesistente.
I confronti che nel tempo ho potuto effettuare hanno radicalmente modificato il mio approccio al mondo dell'alta fedeltà, di cui non potevo (e non posso tuttora) vantare una conoscenza esaustiva, ma di cui sapevo abbastanza da avere delle idee per buona parte molto sbagliate. Ma andiamo con ordine.
Il suono Grundig Non essendo nè un tecnico nè un recensore ma un semplice appassionato mi scuso anticipatamente se esporrò le mie sensazioni con una terminologia impropria, pertanto vogliate cogliere il senso di ciò che ho da dire tenendo presente questo aspetto. Questi Grundig suonano, e "le suonano" anche pesantemente a moltissime cose che imperversano nel mercato hi-fi, anche di nobile pedigree. E' un suono innanzitutto "non compresso", laddove la non compressione è riferita essenzialmente alla dinamica della musica: è un pò quello che accade con i dischi, in cui è molto facilmente percepibile un esemplare dal suono libero e vivido da uno in cui una non ottimale ripresa e/o le successive fasi di missaggio hanno appesantito il messaggio sonoro fino a renderlo opaco e appunto poco dinamico. Probabilmente il fatto che i diffusori Grundig siano casse chiuse (lavorando quindi in sospensione pneumatica) aiuta molto nel raggiungimento di questo obbiettivo, in quanto questo tipo di caricamento se correttamente proggettato, realizzato e foraggiato ben si presta ad esaltare l'aspetto dinamico. Tra i progettisti del passato, Snell è certamente un nome da prendere a paradigma in tal senso, e anche il piccolo modello KIII che ebbi in casa per qualche tempo, non faceva eccezione, seppure con limiti di altra natura.
Un suono dunque non compresso (o più appropriatamente poco compresso) porta inevitabilmente ad una resa più aperta e dinamica, e se questo aspetto può essere accreditato in primis ai diffusori della casa, le elettroniche (gli ampli in particolare) a loro volta sembrano comportarsi quasi da "complemento sonoro", scavando anch'esse nel messaggio inciso ma porgendolo ai diffusori con un calore di fondo che dona rotondità e profondità al tutto. E' inevitabile che questa miscela di ottima dinamica, grande dettaglio ed eufonia genera un ascolto incredibilmente piacevole e "diverso", dove anche il contenuto armonico di voci e strumenti è ben rappresentato. A confronto, la produzione standard hi-fi odierna (e non solo) produce risultati sempre inferiori proprio per questa mancanza di "libertà armonica", e per trovare cose all'altezza o superiori (ma di caratteristiche generali comunque DIVERSE) bisogna rivolgersi a vecchie glorie del passato o a quei pochi esempi di alta fedeltà "illuminata" che però recano sempre il problema dell'alto costo (ma questo argomento lo tratteremo a parte in modo più approfondito).
Il miglior suono in assoluto? Eccoci dunque al dilemma che più divide i pareri su questo argomento. Potrei rispondere a questa domanda con un sintetico no, ma credo che la risposta meriti di essere un minimo più articolata: se da un lato non posso affermare che questo suono sia quanto di meglio abbia ascoltato in vita mia in tema di riproduzione audio (e ancor più rispetto alla musica dal vivo), d'altro canto non posso sminuirne le indubbie e notevoli doti peculiari. Il fatto stesso che per dare una corretta collocazione di merito al suono Grundig si debba ricorrere a confronti che trascendono (e di molto) la sua natura di midclass hi-fi, la dice lunga sulla qualità assoluta che questi impianti(ni) riescono a donare. E per sgombrare il campo da ulteriori fraintendimenti sottolineo che qui non abbiamo a che fare con le "piccole" rivoluzioni alla T-amp o alla Lehmann Audio, microscopiche al confronto, qui abbiamo a che fare con apparecchi che sfoderano prestazioni di livello superiore, un piccolo VERO miracolo che affonda le sue radici in un epoca in cui anche nelle catene di produzione "consumer" lavoravano ingegneri evidentemente preparati e che sapevano offrire alla propria clientela apparecchi audio creati con passione e competenza per la materia. Il risultato è che molti audiofili italiani oggi hanno venduto i lori impianti (spesso anche molto costosi) per mettersi in casa elettroniche create in un epoca in cui molti di loro erano appena bambini. E questo è, al di là di qualunque speculazione professionale possibile sull'argomento, un dato di fatto che fa riflettere.
Dobbiamo poi considerare le inevitabili implicazioni economiche che, seppur di importanza nulla in termini di qualità assoluta, rivestono un aspetto impossibile da trascurare, nel senso che, costando oggi questi apparecchi cifre bassissime (quando non addirittura ridicole) in relazione al mercato dell'hi-fi, il loro rapporto qualità-prezzo assume proporzioni MOSTRUOSE e tali pertanto da far pendere l'ago della bilancia ancor di più dalla loro parte: è inutile girarci attorno, se si considera che oggi si può allestire un impianto Grundig completo a meno di 1000 euro "chiavi in mano" si può facilmente intuire come non esista nulla al mondo di pari prezzo e qualità che possa entrare anche lontanamente in competizione. La soluzione meno costosa di mia conoscenza che può suonare ragionevolmente meglio costa almeno il doppio (e bisogna comunque rivolgersi al vintage e sapere COSA si compra), di apparecchi nuovi non ne parliamo neanche...
I limiti intrinseci Detto quindi che il sistema Grundig CCI, pur lodevole e degno di grande attenzione, non rappresenta il livello massimo ottenibile oggi quanto a fedeltà musicale, dove ricercare i limiti del sistema?
Partendo dall'assunto che allo stato attuale PROBABILMENTE nessun sistema al mondo è riuscito a colmare il gap che separa l'evento live da quello riprodotto, va comunque riconosciuta l'esistenza di alcune combinazioni che restituiscono un approssimazione di tale evento perlomeno verosimile, e certamente migliore di altri sistemi. E' solo ponendosi in una tale ottica che si possono evincere i limiti di qualunque sistema, Grundig compreso.
Dopo averne quindi tessuto le legittime lodi bisognerà rimarcare come il sistema CCI non riesca a dare al suono quella che viene solitamente definita matericità, ovvero il ricreare l'illusione di presenza fisica dello strumento (o dell'esecutore) nella propria stanza d'ascolto. Il Grundig che pure ricostruisce una versione attendibile dello strumento grazie all'apprezzabile lavoro nel porgere molte armoniche, si ferma un passo prima di dargli forma compiuta, ne fornisce una buonissima fotografia ma senza arrivare all'effeto 3-D. Naturalmente questa caratteristica, che racchiude una buona fetta del concetto di realismo d'ascolto, è appannaggio di pochissimi impianti assemblati con grande sensibilità e una conoscenza del suono live che DEVE essere molto ben sviluppata.
La cosa curiosa è che molte persone sembrano apprezzare questo suono definendolo proprio come aderente al reale, ma io non mi trovo d'accordo con costoro. Bisogna distinguere una certa facilità d'emissione e quindi una buona dose di naturalezza (doti presenti nel Grundig) col concetto di realismo assoluto che secondo me continua ad essere altra cosa. Anche la cosidetta "profondità di campo" o "percezione dell'ambiente" sono parametri certamente importanti ma a mio avviso non determinanti in senso assoluto: la profondità ad esempio, che all'ascolto può risultare assai piacevole, di fatto nella realtà non esiste, a meno che io non mi trovi lontano dal punto di emissione e che quindi percepisca una distanza effettiva. Al contrario se ascolto un quartetto d'archi o un trio jazz il suono è molto diretto, dinamico e presente, a volte potrebbe risultare finanche aggressivo. Pertanto, anche le doti di eufonia e dolcezza che il Grundig palesa rimangono molto piacevoli ma anche un pò fasulle se rapportate a quello che la musica dal vivo è. Certo, anche quest'aspetto non è univoco e ambienti diversi effettivamente influiscono diversamente sull'evento (si pensi alla differenza che può esistere ad esempio tra un auditorium ed un piccolo club), ma nel complesso l'evento live continua ad apparirmi come dotato di un vita che nel Grundig riconosco solo formalmente. La mia analisi può apparire spietata ed ingenerosa, ma in fatto di riproduzione sonora l'evento live è IL SOLO paragone possibile, e comunque i limiti che riscontro nel Grundig sono gli stessi ascoltati nella quasi totalità degli impianti che mi sono capitati di fronte, altrove in modo anche più accentuato. Il Grundig se non altro riesce a farsi perdonare con una piacevolezza complessiva realmente fuori dalla norma, riuscendo così a distrarre l'ascoltatore da quelli che più che difetti sono appunto dei limiti.
Conclusioni personali Quanto sopra esposto è frutto delle mie prove pratiche, svolte nel tempo con atteggiamento totalmente privo di qualsivoglia preconcetto o faziosità. Pur riconoscendo al Grundig taluni limiti strutturali lo tengo in grande considerazione in termini assoluti e personalmente lo consiglio vivamente a tutti coloro che sono insoddisfatti dei loro impianti o, ancor più, a chi vuole accostarsi al mondo dell'alta fedeltà ma non ha ancora cognizione di causa sulla "buona" alta fedeltà. Io stesso ho sostituito a suo tempo il mio impianto personale con un "full CCI" e questo è al di là di ogni discussione l'attestato di stima più grande che potessi fare a questo storico marchio, che ha indubbiamente rappresentato (e lo fa tuttora) per me un percorso di crescita e di acquisizione di utilissime nozioni. I miei progetti attuali vedono per l'appunto un diffusore Grundig come punto di partenza per la creazione di un impianto che tenti di coniugare le buone doti sopra descritte con quel senso di presenza che mi è sempre sembrato sfuggire al sistema CCI e che invece riscontravo altrove. Compito invero tutt'altro che semplice da conseguire, ma la passione per la musica giustifica ampiamente questi tentativi.
Quanto ad una parola conclusiva sul Grundig si può sinteticamente definirlo come un sistema certamente non perfetto ma assolutamente sorprendente sotto molti aspetti, anche se confrontato con nomi altisonanti, con in più il non indifferente bonus di un prezzo d'acquisto davvero contenutissimo che consente e autorizza il gioco a scoprire e provare, per il gusto di mettere in gioco le proprie idee e possibilmente rivederle alla luce di quello che è a tutti gli effetti un piccolo-grande evento nel mondo della riproduzione audio.
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